Credo che ogni perugino sia a conoscenza della cosiddetta “guerra del sale”, il conflitto che oppose la città umbra all’autorità papale nel 1540.
Andiamo con ordine. Perugia era finita da tempo nell’orbita dello Stato pontificio e formalmente dipendeva da Roma, ma aveva conservato, come altre realtà di quei territori, una certa autonomia.
La città era stata a lungo amministrata dai Baglioni, in una situazione di perenne tensione (intesa come sforzo) di ambo i poteri (pontificio e cittadino) per estendere la propria influenza.
Nel 1531 muore però Malatesta Baglioni, per Perugia inizia un momento complicato sul piano interno. Qualche anno dopo il cardinale Alessandro Farnese diventa papa Paolo III.
La situazione dello stato pontificio a livello internazionale era complessa e c’era un gran bisogno di risorse. Così, nel 1540, il papa decide di applicare una tassa sul sale.
I perugini avrebbero dovuto comprare il sale dal papa (e non da Siena, altra fornitrice del prezioso prodotto) e pagarlo profumatamente.
Subito Perugia si oppose ma il pontefice reagì con la minaccia di scomunica e interdetto.
La questione del sale era seria ma lo era ancora di più perché significava rimettere in discussione l’autonomia di Perugia.
I perugini reagirono con la linea dura: nominarono un consiglio direttivo per coordinare la resistenza e si prepararono al conflitto. Un crocifisso fu esposto sulla cattedrale, un modo di invocare protezione divina e farsi forza, si tennero discorsi infuocati e la presenza di Rodolfo Baglioni accorso a Perugia diede forza alle speranze umbre.
Il papa però armò il figlio Pierluigi che con quasi 2000 uomini, esperti militari, piegò rapidamente la resistenza.
Perugia fu costretta ad arrendersi, gli ultimi Baglioni furono cacciati, venne costruita la Rocca Paolina, simbolo del potere papale in città e abbattuti i palazzi storici dei Baglioni e delle altre famiglie che si opponevano al pontefice.
La tradizione vuole che da allora i perugini abbiano scelto di fare il pane senza sale, un pane sciapo: la tassa era sul sale, ma la posta in gioco era anche più alta.
FONTI
“Il pane sciapo e la guerra del sale di Perugia” di Zachary Nowak
“La guerra del sale: Paolo III e la sottomissione di Perugia” di Alessandro Monti