Quello che vedete nella foto è un laghetto che si trova in Belgio e che può far pensare a un luogo bucolico e sereno, come potrebbe indurre a pensare il nome della località, cioè “Cratere della Pace” (o anche “piscina della pace”). In realtà, si tratta di un monumento-memoriale di guerra dedicato a un evento del 1917, l’esplosione delle mine di Messines, tragico e sanguinoso.
Per descrivere cosa accadde, abbiamo il resoconto di Martin Gilbert in “La grande storia della Prima Guerra Mondiale”: il 7 giugno 1917, prima di un attacco inglese, una clamorosa esplosione fece tanto rumore da generare il panico a Lilla, situata a 25 chilometri di distanza. Sotto le linee tedesche, infatti, i minatori alleati avevano scavato una serie di gallerie in profondità, posizionandovi una gigantesca quantità di esplosivo che Gilbert quantifica in 500 tonnellate.
A Spanbroekmolen (il luogo del laghetto) si produsse un cratere di 120 metri di diametro in seguito all’esplosione (oggi, appunto, nel cratere prodotto dall'esplosione sorge il laghetto). Gilbert quantifica in 10000 i caduti tedeschi in seguito all’esplosione, una cifra imponente.
Qui apriamo una parentesi: Gilbert ha scritto il libro parecchi anni fa ed era fermo alle conoscenze del suo tempo (senza contare che nell’economia del suo libro questo evento era un dettaglio, probabilmente non ha approfondito le sue ricerche) ma la ricerca degli storici va avanti: l'accertamento di un determinato fatto non è mai solamente un punto di arrivo ma sempre anche un punto di partenza e qualsiasi dato può cambiare, purché ovviamente vengano fornite le prove (validate con metodo scientifico) per giustificare una nuova versione dei fatti.
Lo storico Simon Jones ha approfondito la questione specifica del numero delle vittime di quelle esplosioni nelle linee tedesche e ne parla qui (con dovizia di fonti attinte per poter costruire i suoi ragionamenti): https://simonjoneshistorian.com/did-the-messines-mines.../
Lui ne stima in tutto non più di 500: difficile dire quale sia stato il numero esatto ma credo che la sua stima sia più vicina alla realtà rispetto a quella di Gilbert. Ad ogni modo, il dibattito è aperto.
L’effetto principale, però, come dice Jones, stava nel trauma indotto nel nemico (e in ogni caso centinaia di morti in un solo istante sono comunque un evento di massa): provate a immaginare l’impressione e lo stordimento prodotti da un evento del genere.
Ora in quel luogo sorge appunto il laghetto per non dimenticare quanto accaduto, un luogo gestito come un memoriale e per suscitare un momento di riflessione.