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La vita dei personaggi storici spesso riserva sorprese inattese, con situazioni impensabili e imprevedibili. Chi assocerebbe mai i legami di sangue di Adolf Hitler, il fuhrer in persona, il simbolo della Germania nazista, a un giovanotto arruolato nella marina statunitense? Eppure è proprio così, un componente della famiglia Hitler ha vestito la divisa delle forze armate americane durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il nostro uomo si chiamava William Patrick (Hitler, ovviamente!) ed era il figlio di Alois, fratellastro di Adolf. Alois era un uomo diverso da Adolf, meno interessato alla politica e più interessato alle donne (magari fosse stato così anche Adolf!). Il nostro Alois, playboy impenitente, si divertiva a collezionare avventure e un giorno sedusse una giovanissima ragazza irlandese, Bridget. Evidentemente i due non avevano usato precauzioni di nessun genere perché la ragazza rimase incinta. Alois provò a interpretare la parte del buon padre di famiglia ma non era roba per lui e ben presto abbandonò Bridget che si ritrovò a gestire da sola il piccolo William Patrick, nato nel 1911 a Liverpool.

William, in ogni caso, era tecnicamente nipote di Adolf. Quando William raggiunse i 18 anni (e siamo intorno al 1929) come molti figli abbandonati cercò di rintracciare il padre Alois che era invecchiato e aveva smesso di importunare giovani donne in giro per il mondo tornando in Germania. Qui William lo conobbe e conobbe anche lo zio, che per il momento non era ancora diventato cancelliere. Negli anni successivi William, tornato in Inghilterra, assistette a distanza alla crescita delle fortune politiche dello zio e pensò di poterne ricavare qualcosa scrivendo articoli per i giornali britannici.

Adolf lo venne a sapere e non fu per niente contento di come William lo rappresentava negli articoli e gli intimò di farli sparire dalla circolazione. Un ordine di Adolf arrabbiato era già un motivo per non sentirsi molto tranquilli, inoltre i giornali inglesi decisero autonomamente di licenziarlo perché la sua parentela era diventata troppo scomoda.

Nel 1933 William tornò in Germania: lo zio era salito al potere e William sperava che lo "sistemasse": Adolf era evidentemente di buon umore perché almeno inizialmente gli fece delle concessioni, trovandogli un lavoro prima in banca e poi in una fabbrica di auto. Ben presto però cambiò idea e lo fece controllare dai suoi servizi informazione. William ebbe un incontro con lo zio in cui Adolf mostrò il suo lato irascibile e William pensò bene di lasciare la Germania (ben fatto, ragazzo: avrei cambiato aria anche io!)

Fino a quel momento aveva cercato di trarre profitto dalla parentela ma ora, mutati anche i tempi, decise di distanziarsi dallo scomodo zio. Prima provò ad arruolarsi nell’esercito britannico ma la domanda fu respinta proprio per il suo scomodo cognome, iniziò allora un tour di conferenze negli Stati Uniti dove esponeva difetti e malignità dello zio. Alla fine chiese di arruolarsi nella marina Usa. La domanda fu respinta ma lui si rivolse a Roosevelt direttamente e la domanda fu accettata dopo una indagine della FBI. Per evitare guai, comunque, non fu dislocato sul fronte europeo.

Dal 1944 al 1947 fece invece parte della squadra medica di una nave statunitense e si distinse anche una Purple Heart Medal per una ferita riportata durante il servizio. Dopo la guerra si rese conto che la sua identità sarebbe stato un ostacolo nel costruirsi una vita e cambiò nome diventando William Patrick Stuart Houston. Da quel momento condusse un laboratorio di analisi del sangue ed ebbe quattro figli prima di morire nell’anonimato.

William lascia il ricordo di un uomo che in fondo cercava più che altro di sfruttare una parentela importante per sbarcare il lunario e che quando ha visto la piega che prendeva lo zio se ne è distanziato. Non un santo ma certamente non un diavolo come lo zio: un uomo comune che si chiedeva come fare soldi, più che altro. Certamente, però, scoprire un Hitler arruolato nella marina statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale fa effetto.

FONTI
CORPSMAN HITLER, U.S. NAVY?
Articolo pubblicato dal Lyon Air Museum
“Why I Hate My Uncle”: Hitler’s Nephew’s Letter to FDR
Articolo pubblicato dal Warfare History Network
Hitler's Irish Nephew
Pubblicato dal sito del consiglio municipale di Dublino
The black sheep of the family? The rise and fall of Hitler's scouse nephew
Di Jonathan Brown e Oliver Duff pubblicato dall’Independent